Giacomo Quarenghi rappresenta una figura di spicco dell’architettura italiana che ha ottenuto grande successo presso la Corte degli Zar in Russia. Originario di Rota Imagna, in provincia di Bergamo, Quarenghi ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo dell’architettura neoclassica, realizzando numerosi monumenti e opere architettoniche a San Pietroburgo e in altre città della Russia.
Il giovane Giacomo ha studiato al Collegio Mariano di Bergamo, dove ha acquisito una solida formazione umanistica, arrivando perfino a tradurre Catullo, Tibullo e Virgilio. Tuttavia, sentiva una forte inclinazione per la pittura, alla quale si è dedicato con grande passione nonostante le ostilità del padre, che aveva scelto per lui la carriera di avvocato o sacerdote.
Nel corso della sua carriera, Quarenghi ha dimostrato una particolare predisposizione per la creazione di opere di grande bellezza e funzionalità, che si distinguono per la loro eleganza e per la loro armonia formale. In particolare, l’architetto italiano ha saputo unire la tradizione neoclassica italiana con le esigenze della committenza russa, creando un linguaggio architettonico originale e innovativo che ha influenzato notevolmente lo stile della capitale russa.
Grazie alla sua lunga permanenza in Russia e alla sua capacità di interpretare le esigenze della committenza, Giacomo Quarenghi è considerato uno dei più importanti architetti dell’epoca neoclassica, e la sua opera continua ad essere oggetto di studi e di apprezzamento da parte degli studiosi e degli appassionati di architettura di tutto il mondo.
Giacomo Quarenghi, da Rota Imagna alla corte di Caterina II
Nel 2017 cade il bicentenario dalla morte dell’Architetto, e numerose iniziative sono state realizzate dall’Osservatorio Quarenghi per celebrare questa illustre figura valdimagnina.
Nato nella contrada Cà Piatone a Rota Imagna da una famiglia di antico lignaggio, trascorse la sua giovinezza a Bergamo, compiendo studi umanistici e appassionandosi alla pittura.
Dopo un tirocinio a Roma sotto la guida del pittore neoclassico Anton Raphael Mengs, scoprì l’architettura e si appassionò agli scritti di Andrea Palladio. Da lì nacque la sua carriera di architetto, che lo portò a toccare diverse città italiane, tra cui Firenze, Vicenza, Verona, Parma, Milano e Napoli. In quegli anni fece conoscenza di altri artisti del panorama italiano e realizzò le sue prime opere neoclassiche, filtrate dallo stile palladiano che tanto ama.
E poi, nel 1779, la svolta: la zarina Caterina II lo chiamò alla sua corte.
Il lavoro del Quarenghi in Russia
Il lavoro svolto da Quarenghi presso la corte di Caterina II è stato caratterizzato da un ritmo incalzante, poiché egli ha avuto l’opportunità di progettare edifici sia a Pietroburgo sia a Mosca, nonché in campagna.
La particolarità del suo lavoro consiste nella sua abilità nel conciliare la propria inclinazione artistica, di impronta palladiana, con il gusto slavo, medievale e bizantino tipico della cultura russa. Le opere di Quarenghi, infatti, presentano uno stile classico, caratterizzato da gallerie, colonne all’italiana, vestiboli e anticamere che si susseguono, nonché elementi neoclassici.
La semplicità e l’equilibrio delle proporzioni rappresentano fondamentali elementi nella progettazione di Quarenghi. Inoltre, egli è stato molto attento al rapporto tra l’architettura, il paesaggio e la città, e ha saputo integrare armoniosamente le sue opere con l’ambiente circostante.
I monumenti a San Pietroburgo
Giacomo Quarenghi realizzò numerosi monumenti a San Pietroburgo. Tra questi ricordiamo i palazzi Bezborodko (1780-1790), Vitingov (1786) e Jusupov (1790-1800), il Collegio degli Affari Esteri (1782-1783) e l’Istituto Smol’nyi, l’Istituto per le nobili fanciulle.
Progettò anche la Banca di Stato (1783-1800), che s’affaccia sul canale Griboedov, dalla pianta semicircolare e collegata alla sponda opposta dal ponte della banca, con quattro statue di grifoni alati.
Realizzò anche il Teatro dell’Ermitage (1782-1785), il cui interno è ispirato al Teatro Olimpico di Vicenza. La struttura è semicircolare, decorato con marmi colorati e circondato da dieci nicchie con le statue di Apollo e le muse. Come segno di gratitudine per il suo lavoro, venne costruita una loggia privata per Quarenghi e la sua famiglia, da cui assistere agli spettacoli.
Altra opera fu l’Accademia delle Scienze (1783-1789), situata sul fiume Neva. L’esterno, privo di ornamenti, è caratterizzato da un portico in ordine ionico; all’interno gli spazi posseggono la solennità e le eleganti proporzioni tipiche dell’antica Roma.
Lavorò anche all’Arco di trionfo di Narva nel 1814, allo scopo di celebrare i soldati vittoriosi contro le truppe napoleoniche. Progettata in legno, quest’opera fruttò a Quarenghi l’alto riconoscimento dello zar Alessandro I, che lo insignì del titolo di cittadino onorario dell’Impero russo. In seguito, l’architetto russo Vasilij Stasov migliorò la struttura apportando modifiche in pietra e metallo per sconfiggere l’usura del tempo.